23 aprile. Giornata mondiale del libro

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Una “festa” per ripartire con i libri

23 aprile. Giornata mondiale del libro

C’è veramente poco da festeggiare in questa Giornata mondiale del libro. La filiera del libro sta franando sotto gli effetti della pandemia. A risentirne sono state in primo luogo le librerie con un -75 per cento del valore delle vendite e gli editori che hanno reagito ritardando le date di pubblicazione (più di 23.000 nuovi titoli bloccati). Particolarmente gravi le ripercussioni a danno degli scrittori e dei traduttori (se si confrontano i compensi di questi ultimi a livello europeo, l’anello più debole della catena).

Dal 14 aprile, le librerie hanno in parte riaperto tra mille problemi, legati alle legittime perplessità per la salute di librai e lettori. In molte parti d’Italia, grazie all’aiuto degli editori che hanno coperto le spese dell’operazione, sono riuscite anche a organizzare la consegna a domicilio dei libri (su www.libridaasporto.it l’elenco completo).

Le biblioteche sono chiuse da più di un mese. Hanno provato a mantenere un legame con i propri lettori sfruttando le risorse del digitale, tramite i loro siti e le pagine social. Ma oggi, alla vigilia della fase 2, è difficile, quasi impossibile, calare le regole del distanziamento, mettendo barriere dove non c’erano e interrompendo la “promiscuità” che, come dice Michele Serra, è l’anima della cultura.

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PM