25 marzo 2021 - Dantedì

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Il 25 marzo di quest’anno sarà il primo Dantedì, la giornata nazionale dedicata all’Alighieri, istituita per il 700° anniversario della morte del poeta a partire da un’idea del giornalista e scrittore Paolo Di Stefano lanciata sulle pagine del Corriere della Sera.

25 marzo 2021 - Dantedì

Sono centinaia gli eventi – per lo più riferiti al mondo dello spettacolo - previsti a partire da questa data, che coincide con il giorno di inizio del suo viaggio ultraterreno - fino al 14 settembre, la data presumibile della morte avvenuta a Ravenna nel 1321.

Dante è un autore “impervio” (Domenico Gnoli) per motivi legati soprattutto all’uso di una lingua –quella della Commedia - che non è quella che parliamo oggi. Lui “ha dato vita alla lingua italiana”, ha creato una lingua potente, “straordinaria per come la maneggia, per la capacità di sintesi che è in grado di realizzare ” (Gennaro Sasso, Forti cose a pensar mettere in versi, Aragno, 2020), per la ricchezza del lessico (“il 90% delle parole più usate in ciò che si dice, si legge o si scrive ogni giorno, è già nella Commedia” – Mirko Tavoni). Tuttavia, la lettura delle sue opere, in modo particolare della Commedia, rappresenta uno scoglio per il lettore contemporaneo.

Questo non impedisce che “Dante continui ad essere davvero popolare” (Carlo Ossola).

Mentre si continuano a pubblicare le sue opere in edizioni di pregio (Einaudi, nella collana Nuova raccolta di classici; Olschki; Mondadori nella collana I meridiani, Viella, Salerno e altri) e la critica letteraria continua a occuparsi della Commedia e degli altri suoi capolavori, sulla scia del libro di Dan Brown, Inferno, del 2013, Dante è diventato anche il protagonista di opere di narrativa (i titoli sono nella bibliografia pubblicata sul sito di bct) e straordinarie letture sono state fatte della Commedia: quella di Vittorio Gassman, di Carmelo Bene, di Roberto Benigni, di Vittorio Sermonti.

La bellezza della sua poesia è qualcosa che continua a curare le nostre anime in preda alle paure. Resta intatta ai contemporanei soprattutto la forza dei suoi personaggi, le figure eterne che ha disegnato e che fanno ormai parte del nostro immaginario collettivo.

Si può raccontare Dante e la Divina Commedia in maniera divulgativa? Si può semplificare “aprendo al vulgo” fino a farne un personaggio “raggiungibile” al lettore comune?

Uno stuolo di seri studiosi, in occasione del settecentesimo anniversario, ha pubblicato biografie che ricompongono il puzzle della sua vita (un mistero legato alla frammentarietà dei documenti), riempiendo con l’abilità dei narratori i vuoti e le lacune che riguardano soprattutto il periodo dell’esilio.

Ne vogliamo ricordare due in modo particolare, tra le tante in libreria in questi giorni:

Dante, il libro dello storico Alessandro Barbero, pubblicato da Laterza e Le donne di Dante, del critico letterario e docente di letteratura italiana Marco Santagata, Il mulino.

Marco Santagata, studioso di Dante (la Vita Nova e la Commedia), della lirica del Trecento, già autore di una fortunata biografia del poeta (Dante, edita da Mondadori nel 2012), ha sempre dimostrato un grande gusto nell’incrociare gli studi impegnati con il romanzesco e i lettori l’hanno apprezzato per la leggibilità e la piacevolezza dei suoi scritti, “lo sguardo un po’ vivace e un po’ pettegolo con cui aveva raccontato Dante, senza mai scadere nel gossip” (Raffaella De Santis).

Venuto a mancare nel novembre dello scorso anno prima che il suo ultimo libro fosse pubblicato, è l’autore di Le donne di Dante, un libro da leggere con gusto (e da sfogliare per le magnifiche illustrazioni) che racconta il poeta attraverso le donne della sua vita: Bice Portinari, trasfigurata in Beatrice, la “domina” della sua produzione poetica e la donna umanamente e intensamente amata, la moglie Gemma Donati, la figlia Antonia, ma anche i tanti personaggi femminili da lui resi immortali, le tante donne ideali, tra cui Francesca da Rimini, Pia de’ Tolomei, Piccarda Donati.

Il Dante di Alessandro Barbero, la superstar degli storici italiani, “è un pedinamento lungo 360 pagine appresso a un genio che a sette secoli dalla morte resta inafferrabile” (Marco Cicala, Il venerdì di Repubblica, 31 dicembre 2020). Lo strumento per “catturarne” l’essenza una volta per tutte è la ricerca storiografica accurata cui Barbero si è dedicato con grande passione.

Rimaniamo catturati immediatamente dal travolgente inizio che descrive la battaglia di Campaldino tra fiorentini e aretini a cui partecipò lo stesso Dante a 24 anni nel 1289. Alessandro Barbero, medievista e studioso di storia militare (è anche l’autore de La battaglia. Storia di Waterloo, di Lepanto. La battaglia dei tre imperi, Benedette guerre. Crociate e jihad, Caporetto) ci restituisce un Dante che, anche sul campo di battaglia, si comporta come un giovane del suo tempo. La sua partecipazione alla vita politica di Firenze, alla vita familiare, alle sorti del suo patrimonio fondiario, ricostruiti attraverso ricerche minuziose negli archivi rende più umano, senza nulla togliere alla grandezza, un personaggio che per l’enorme impegno dedicato agli studi, è stato sempre descritto come una figura associata alla proverbiale stravaganza dei poeti.

Altri consigli di lettura:

A riveder le stelle. Il poeta che ha inventato l’Italia, di Aldo Cazzullo, Mondadori, 2020

L’Italia di Dante. Viaggio nel paese della Commedia, di Giulio Ferroni, La nave di Teseo, 2020

Dante Alighieri. Una vita, di Paolo Pellegrini, Einaudi, 2021

PM