25 novembre 2025

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Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Copertina del libro

La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne compie ventisei anni dalla sua istituzione da parte dell’ONU. Fu scelto il 25 novembre per ricordare il delitto efferato delle sorelle Mirabal a Santo Domingo (Repubblica Dominicana) nel 1960, un atto di violenza che fu giudicato come fondato sul genere. 
C’è un libro pubblicato nel 2021 in Messico, in Italia nel 2023, che è diventato un vero e proprio manifesto contro la violenza sulle donne. E’ stato scritto da Cristina Rivera Garza, tradotto in italiano da Giulia Zavagna, e s’intitola L’invincibile estate di Liliana (SUR).
Doveva essere una riflessione su un caso di femminicidio, uno dei tanti, archiviato e rimasto senza un colpevole. Si tratta dell’omicidio di  Liliana Rivera Garza,  uccisa nel 1990 a vent’anni  dal compagno che non accettava di separarsi da lei. L’uomo, benché fosse stato identificato, non era stato mai arrestato.  
Sua sorella Cristina Rivera Garza non accettò che la morte di Liliana finisse per diventare solo un numero nella sequenza infinita di morti violente che riguardano le donne (almeno dieci al giorno in Messico in quegli anni). Raccontò la storia di questa giovane donna ricostruendo le carte della vittima -tutto ciò che aveva scritto nella sua breve vita-  i documenti processuali, le testimonianze di tutti coloro che l’avevano conosciuta. Ne emerse una vicenda esemplare, unica e insieme terribilmente comune a quella di centinaia di donne, fino a potersi considerare universale. 
Liliana era una studentessa di architettura, brillante e consapevole delle sue capacità.  Aveva scoperto che  “c’era un’invincibile estate” da cogliere al volo (Albert Camus, in esergo al libro).  Aveva deciso di andarsene da Città del Messico una volta conclusi gli studi per frequentare un Master a Londra. Prima di partire voleva però troncare una relazione con un coetaneo, un ex studente  possessivo, geloso, che non le dava tregua. La sua scelta di libertà fu la sua condanna a morte: Liliana non avrebbe avuto una vita senza di lui. Una storia che ci ricorda molto da vicino quella di Giulia Cecchettin. 

Il libro di Cristina Rivera Garza è difficile da classificare: ha le caratteristiche di un memoir, ma anche di un poliziesco, di un romanzo d’inchiesta che si sviluppa tra consulenze, ricerche e testimonianze senza mai cadere nell’aridità di un resoconto, con un livello di scrittura incredibilmente intenso, a tratti poetico. 
  
“L’invincibile estate di Liliana” riesce ad essere un atto profondamente civile di “restituzione” alla vittima di una giustizia di cui nessuno si era finora atto carico - nonostante l’assassino abbia avuto da sempre un nome e un volto - ma è anche la storia di tante, troppe donne a cui è stata tolta la vita solo per un atto di disobbedienza, un’accorata e lucida disamina di un fenomeno che si è fatto “sistema” e appartiene a tutte le latitudini. 

La forza di questo romanzo di grande bellezza si misura non solo con il Premio Pulitzer che ha vinto nella sezione Memoir nel 2024, ma anche con il  risultato di aver fatto riaprire il caso giudiziario a cui è ispirato, dopo quasi trent’anni di colpevole silenzio.  
PFM