In arte bct

Mostre in mostra

In arte bct

Artisti locali, artisti universali, mostre, cataloghi, pubblicazioni... l'arte a portata di mano.

Anna Maria Gentili

"La mia vita è stata strampalata fin da prima di iniziare.

I miei genitori si conobbero per caso: mio padre faceva il militare a Napoli, ed un giorno, per ammazzare la noia, chiamò dalla caserma un numero telefonico a caso e chiese di Giuseppina. Il numero era quello di mia madre, e Giuseppina era il nome di sua sorella, che però non era in casa. Ne nacque una bella chiacchierata, e dopo qualche anno, nel 76, ne nacqui anche io.

I primi disegni conservati sono di quando avevo sei anni, e ritraggono alcuni dei piccoli ometti blu, insieme ad alcuni personaggi quadrangolari dalle curiose fattezze. Sempre di quel periodo la mia prima novella illustrata, la storia di un alieno dalla forma circolare sceso sulla terra ed in cerca della sua identità. In quegli anni ricevetti anche la mia prima macchina fotografica, e scoprii così la passione per la fotografia.
Negli anni successivi la mia attività artistica si barcamenò tra la realizzazione di un giornalino autogestito le cui poche copie fatte a mano sono andate perdute, nel quale le avventure del signor Gopo erano sviluppate in forma di strisce, e la stesura di racconti horror, in cui fantasmi e vampiri davano la caccia ad un branco di ragazzini sgangherati. Nello stesso periodo realizzai anche diversi prodotti di grande formato, cartelloni, dipinti su compensato, graffiti. A questi si affiancarono alcuni lavori di ritrattistica. Per diversi anni mi esercitai sul manga, Georgie, Creamy, Candy Candy, fino alla scoperta di Ken il Guerriero e Dylan Dog.

Del 93 un breve ciclo di lezioni di disegno dal vero, curate da Andrea Sfiligoi, dopodiché la mia formazione artistica proseguì in maniera autodidatta. Agli ultimi anni del liceo risalgono inoltre commissioni di inviti per feste di compleanno, volantini per liste elettorali studentesche, opere fumettistiche, alcune opere su commissione, altri murales, altri cicli di fumetti autoconcludenti.

Tra il 2004 ed il 2006 collaborai all’organizzazione di diversi festival jazz, tra cui l’Eddie Lang Jazz festival di Monteroduni ed il Terniinjazz a Terni, realizzando brochure e comunicati stampa, oltre a svolgere altre mansioni logistiche. Nel 2006 la mia prima mostra di fotografia artistica, in un androne di un vecchio palazzo a Narni, durante i festeggiamenti per la Corsa all’Anello.

Alla fine del 2006 il trasferimento in Norvegia segnò un cambiamento nella mia vita, caratterizzato da un rallentamento dei ritmi quotidiani e dalla riscoperta, con nuovo fervore, della mia passione per l'arte. Arrivano in quel periodo numerosi dipinti ad acrilico, ed una lunga serie di strisce umoristiche.

Dal 2007 iniziai la collaborazione con il festival culturale Månefestival, dove per diversi anni consecutivi collaborai alla realizzazione delle scenografie, oltre a svolgere anche qui il ruolo di factotum eclettica.
Una fruttuosa collaborazione con i due poeti Sarah Raminelli e Nazzareno Bonifazi Capodaio ebbe come risultato nel 2010 la pubblicazione di un libro di poesie illustrato, presentato nell’autunno dello stesso anno al festival DSG di Narni (TR) con calorosi feedback.

Due mostre fotografiche a Fredrikstad, Norvegia, nel 2012 e nel 2013, insieme rispettivamente alle pittrici Lise Hermansen e Valentina Binci, riscuotono un discreto successo, e per questo, a partire dal 2014, la mia produzione artistica si spostò nella incredibile fucina creativa di Gamlebyen, un’isola fortificata sulle sponde del fiume Glomma dove molti artisti, scultori, orefici e stilisti hanno la propria base operativa.


Da allora, all’interno dei locali dell’atelier, ho avviato il circolo artistico Den Lille Gale, al quale hanno partecipato, e partecipano ancora oggi, diversi artisti locali, per estemporanee di pittura, concerti acustici e mostre di pittura e fotografia.
Nel 2012 iniziai anche una collaborazione con il brand Makeløs by Kristin Elise Halkjelsvik, con il quale, nel corso di diversi anni, ho portato a termine diversi progetti, dall’organizzazione di catwalk e servizi fotografici promozionali ad esposizioni di outfit e fotografie di modelle.
La prima edizione del festival musicale/culturale Garasjefestival ebbe luogo nel 2017 nella cittadina di Reinsvoll. Per il festival curo sia la parte grafica che il marketing, oltre a coordinare i lavori per le scenografie.

Nel 2018 diedi inoltre finalmente sfogo ad un progetto coltivato a lungo in maniera teorica: una mostra introspettiva di protesta sul tema della Janteloven, legge non scritta che legittima il bullismo culturale proprio dei paesi scandinavi. Per due anni consecutivi (nel 2018 e nel 2019) ho ritratto persone che in maniera differente hanno subito questo tipo di bullismo subdolo, realizzando delle antologie dei singoli casi ed esponendo le fotografie nel corso della kulturnatt di Fredrikstad, con il patrocinio del comune. Le mostre hanno acceso il dibattito tra i visitatori e giornalisti.

Ho inoltre partecipato alla concorso di pittura San Valentino Arte della città di Terni, negli anni 2017, 2018 e 2019.

Del 2019 la partecipazione alla mostra di beneficenza Elephant not irrelevant, nella città di Oslo in Norvegia.
 

Nel corso degli anni ho sperimentato diverse tecniche, dall’acrilico all’acquerello, passando per inchiostro, penna e digitale, oltre a diverse tecniche diversamente materiche.

L’arte per me è sempre stata una valvola di sfogo per la pressione che dal cuore prova ad uscire, ed anche se le mie opere non sono normalmente rivolte alla vendita, ma prodotte solo per liberare le turbe ed i sentimenti che caoticamente si muovono dentro di me, è spesso accaduto che qualcuno si sia riconosciuto nelle forme, nei colori e nelle pulsioni, e che le opere siano state ugualmente vendute. Picasso diceva che "l’arte lava via dall’anima la polvere della vita quotidiana", per questo non ho mai desiderato fare della mia arte un mestiere, ma solo produrre ciò di cui avevo bisogno per mantenere l’equilibrio ed evitare di cadere giù dal filo sottile della sanità mentale".

 

Anna Maria Gentili, maggio 2020

 

Massimo Zavoli
Il mio territorio artistico

Ho cominciato ad entrare nel mondo dell’Arte disegnando, come tutti i bambini, alle scuole elementari. Si prendeva spunto dai disegni del libro, si disegnavano le case con gli alberi. Arrivato alle scuole medie, ho cominciato le mie prime esperienze con i colori ad olio e il mio insegnante, il prof. Vittorio Cecchi, mi guidava per farmi capire le ombre e così cominciavo ad osservare la realtà in modo più preciso. Terminate le scuole medie, mi sono iscritto all’Istituto d’Arte di Terni dove ho incontrato al primo anno il prof. Luciano Capetti che mi ha introdotto ad una composizione di solidi e mi invitava a disegnare con il tratteggio a matita, luci ed ombre. Un giorno, verso la fine dell’anno scolastico, il direttore della scuola prof. Aurelio De Felice scese nel laboratorio dove stavo seguendo la lezione di intaglio del legno e mi chiese se volessi verniciare una base di legno a forma di “L” per una sua scultura. Risposi che non avevo fatto mai un lavoro di quel tipo, ma, incoraggiato dal direttore, accettai. Presi il pennello, il barattolo di vernice e mi incamminai all’esterno del laboratorio dove De Felice ed un mio insegnante prepararono su due cavalletti la sagoma di legno da trattare. Mi lusingava l’aver ricevuto quel compito, pur modesto, perché ero contento di partecipare a quel lavoro e anche di far bella figura con il direttore. Direttore che non ho più perso di vista, anche dopo il suo pensionamento, infatti ho potuto frequentare il suo studio a Torre Orsina e vederlo all’opera come scultore ed anche come incisore di calcografia, anche se all’epoca non ne sapessi molto di questa tecnica.

Alcuni anni dopo sono entrato nella Scuola come insegnante, e tra gli studenti ho conosciuto la nipote di De Felice, e da lei seppi che il direttore non stava troppo bene in salute e gli chiesi se potessi andarlo a trovare e ci riuscii. Lo incontrai, mi chiese come mi trovavo ad insegnare, ricordammo i giorni di scuola da studente per me, da Direttore per lui e il periodo di quando andavo ad aiutarlo a Torre Orsina. Da quel momento spesso mi chiamava al telefono per scambiare qualche parola, anche alle ore più impensate.

Oggi insegno al Liceo Artistico “Orneore Metelli” di Terni e il ricordo che ho di lui è sempre vivo. Mi torna in mente il maestro intento al suo lavoro e spesso, quando spiego qualcosa ai miei alunni, ho dentro di me qualche immagine di Aurelio. Nella scuola ho partecipato a molti eventi in suo nome e gli eredi, per riconoscenza di quanto è stato fatto, mi hanno donato il torchio calcografico che Aurelio usava per le sue incisioni in acquaforte. Successivamente ho conosciuto chi assisteva De Felice per le incisioni, il prof. Roberto Bellucci con cui poi, ho instaurato un bellissimo rapporto di amicizia e di artista, perché da lui, ho appreso l’arte calcografica e molti sono stati gli esempi e le tecniche che mi spiegava tramandategli da altri maestri come Roberto Melli, Giuseppe Capogrossi, Giorgio Morandi, Mino Maccari.

Grazie al mio titolo di studio ho insegnato per tre anni all'Accademia di Belle Arti di Viterbo. Nella scuola ho collaborato a vari progetti tra cui: 1) “Scuola e Territorio” nelle settimane di sperimentazione dell'Istituto d’Arte di Terni, realizzando con gli studenti tre modellini in scala ridotta di Piazza Europa a Temi; 2) alla costruzione del modello del finestrone absidale del Duomo di Orvieto in scala 1:5; 3) alla costruzione della scenografia dell'opera lirica "La Traviata" per il Comune di Terni presso il Teatro Verdi; 4) al restauro di un confessionale per la chiesa di S. Cristoforo di Terni con la realizzazione di tarsie lignee; 5) al restauro di nove sculture lignee di Aurelio de Felice; 6) alla realizzazione di parti scenografiche per l'opera lirica "Madame Butterfly" commissionata dal Comune di Temi presso l'Anfiteatro Romano della città; 7) all'allestimento di un’opera lignea presso l'Ufficio Minori della Questura di Terni raffigurante graffiti a rilievo; 8) al concorso Cittadinanza, Costituzione e Sicurezza “Le scuole natural...mente consapevoli - Terra e Acqua”, costruzione di un plastico in scala 1:500 dell'area del Campo Boario di Terni.

Dopo la formazione con i Maestri: Vittorio Cecchi, Luciano Capetti, Aurelio de Felice e Roberto Bellucci, e dopo anni di lavoro nelle varie espressioni d'arte della pittura, della decorazione, della doratura, dell'ebanisteria, della tarsia, dell'intaglio/scultura del legno e dell'argilla, dal 2009 ho cominciato ad eseguire incisioni calcografiche. Mi sono appassionato alla realizzazione di acqueforti prendendo spunto dal mio territorio, sia dal punto di vista paesaggistico che storico. Ho avuto l’opportunità di poter esporre sia in mostre collettive che personali : all'Officina delle Zattere lungo il percorso della "Biennale di Venezia 2015", ad "Arte Padova 2015", ad "Arte Genova 2017", al “Festival dei Due Mondi di Spoleto 2016 e 2017", alla "Pro Biennale di Venezia nel 2016", a Roma nella "Sala del Refettorio" della Camera dei Deputati nel 2016 e 2017, nel Museo paleontologico di Dunarobba, nei Musei Archeologici di Amelia e Terni, a Napoli, Roma, Spoleto. All'estero ho esposto a Londra, Bruxelles, Davos, Montecarlo "ArtMonaco 2016", Figueres "Museo Salvator Dalì in Spagna, Arles "Museo Van Gogh" in Francia, Parigi e New York. Alcune mie opere calcografiche sono state scelte per copertine di libri e riviste. Una mia acquaforte "Terni - 11 agosto 1943", è stata utilizzata come locandina pubblicitaria per lo spettacolo "Undici, seguendo il filo della storia" ed è stata scelta dalle Poste Italiane per un "Annullo Postale Filatelico" in occasione della VI Edizione Spoleto Festival Art 2015. Sempre in ambito filatelico, le Poste Italiane hanno emesso tre cartoline: la prima nel 2016 con "Giovane Europa", la seconda nel 2017 con "Pane quotidiano", la terza nel 2018 con "L’arburittu de maggiu". Durante questi anni di produzione artistica, ho curato la pubblicazione di due cataloghi generali: "Acqueforti" del 2013, presentato al Centro di Paleontologia della "Foresta Fossile" di Dunarobba (TR), nell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio e "diSEGNI Incisi" nel 2017, presso il Museo archeologico di Temi. Per le attività svolte in favore dell'Arte e della Cultura, ho ricevuto il "Premio Internazionale Spoleto Festival Art". Alcune opere in acquaforte/acquatinta sono depositate a Terni presso l'Archivio di Stato, presso la Fondazione CARIT, presso la Biblioteca BCT, presso il Museo Diocesano e Capitolare, al Museo del Risorgimento di Torino e al Vittoriano di Roma.

Opere scelte:

Terni - Madonna della Misericordia (Olio su tela)

Terni - 11 agosto 1943 (Acquaforte)

L’incontro tra il cardinale Rapaccioli e San Giuseppe da Copertino ad Assisi con il Preziosissimo Sangue (Acquaforte/Acquatinta acquerellata)

Protomartiri francescani ternani, 1220-2020 (Acquaforte/Acquatinta)

Ex Libris (Acquaforte)

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Una lettera lunga cento anni - Terni 4 novembre 1918-2018 (Acquaforte/Acquatinta)

​​​​​​​Fontana dello zodiaco di Corrado Cagli - Terni 21 aprile 1936 (Acquaforte/Acquatinta)

La fabbrica degli impolverati (Acquaforte/Acquatinta)

Il Germanico di Amelia (Acquaforte)

Narni - Ponte di Augusto e ponte Medievale (Acquaforte/Acquatinta acquerellata)

Garibaldi a Carsulae il 10 luglio 1849 (Acquaforte/Acquatinta acquerellata)

Terni - Ponte del Toro (Acquaforte/Acquatinta acquerellata)

 

 

Marzo-maggio 2020

marzo- maggio 2020

 

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Adelaide Nascetti

Adelaide Nascetti, figlia di Paola e Francesco, nasce a Terni, primogenita di due fratelli.
Ragazza eclettica e vivace, si diploma in ragioneria ma denota negli anni una forte inclinazione e un grande interesse per l'arte, senza mai fossilizzarsi in un singolo campo.

Il suo interesse spazia dalla danza alla musica al teatro; provetta scrittrice (è autrice del volume "Il cerchio è formato. Io sono tra i mondi") approda con entusiasmo ed ottima impronta alla pittura.
È comunque molto attratta da materie umanistiche, storia, filosofia orientale con predilezione per l'esoterismo, dal quale trae la forza e la forma dei suoi scritti e delle sue immagini su tela.
Vive a Terni, città che ama.

"L'espressività comunicativa di Adelaide Nascetti si estrinseca da tempo attraverso la scrittura, con la gestualità e la parola nelle sue performances teatrali.

In questi ultimi anni lo stratificarsi di diverse esperienze nelle arti visive le fa acquisire consapevolezza e sta trasformando la sua vita in un fare artistico che diviene il suo modo di vivere.
Fatto tangibile è la sua mini living room tappezzata in gran parte dalle immagini che lei lì costruisce, se ne attornia, con la volontà anche di possibili condivisioni.
Il lavoro di Adelaide si inserisce nella contemporaneità, dove il concetto di identità umana diventa oggetto di trasformazioni profonde. Lei, artista, ci consegna un'immagine dell'essere umano rivoluzionata, dove la manipolazione del corpo mette in discussione perfino i tradizionali principi biologici, modificandone la percezione umana, i confini tra naturale e artificiale, che nelle sue immagini sono inevitabilmente labili e indistinti.

I materiali che fanno da supporto alla sua pittura sono spesso, per sua scelta, materiali poveri, di scarto, come cartoni da imballaggio che lei nobilita con ampie stesure cromatiche e apporti materici, con una esecuzione ad ampi gesti che simula i movimenti della sua teatralità.
L'esuberante creatività fa sì che dall'osservazione di un residuo organico di cera disciolta da una candela ricavi forme armoniche e disarmoniche che suscitano nello spettatore una profonda suggestione o un inatteso senso di compassione.

Queste apparizioni antropomorfe, prive di testa e occhi, dall'aspetto irriconoscibile, esprimono uno stato di continua tensione tra ciò che rappresentano e quello che effettivamente sono.
I temi che affronta con energia e gioia di vivere, con un bisogno costante di ampliare le sue conoscenze, sperimentando nuovi modi di rappresentare la realtà, sono universali.
Dando spazio all'immaginazione indaga la sublimazione di una realtà un po' limitante che la vita a volte impone, diventando interprete della precarietà e dell'esistenza umana, al senso indefinito di essa. L'autrice sovente accompagna le immagini con testi e parole che più che chiarire tendono ad ampliare il concetto di infinito.

Le sue figure sono intese come stati fisici piuttosto che personaggi della narrazione, interpretando il processo vitale che, in ognuno di noi, porta necessariamente ad una trasformazione".

Ugo Antinori

 

San Marco evangelista e il leone

Nel mondo cattolico, ortodosso e copto il 25 aprile si festeggia S. Marco Evangelista. In Italia è associato alla città di Venezia, di cui è patrono, e al famoso leone alato che porta tra gli artigli un libro aperto con su scritto: “Pax tibi Marce, evangelista meus” (che significa: Pace a te, Marco, mio evangelista).Nella frase di solito manca il finale: “Hic requiescat corpus tuum” (qui riposi il tuo corpo). La raffigurazione del Santo associato al mitico leone deriva da una leggenda secondo la quale S. Marco, in viaggio da Aquileia a Roma, durante una sosta a Venezia avrebbe ricevuto un messaggio da un angelo a forma di leone alato il quale gli avrebbe espresso la profezia - che sempre si riporta sul libro aperto -  preannunciandogli che sarebbe divenuto il protettore della città di Venezia e che sarebbe stato venerato nella città lacustre. Il leone è anche simbolo della forza della parola dell’Evangelista che, ebreo di nascita, dopo aver seguito sia Pietro, sia Paolo nei loro viaggi, morì, probabilmente martire, ad Alessandria d’Egitto. Il suo corpo, secondo la leggenda,  venne portato a Venezia da due mercanti nell’anno 828.

Si propongono alcune opere d'arte che raffigurano San Marco Evangelista e il leone

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Testi sull'argomento

            

   

 

Andrea Collemaggio

Andrea Collemaggio, nato a Terni l’otto marzo del 1973, si definisce un “non pittore” ma si riconosce semplicemente come individuo che esprime disegnando in “maniera improvvisata’’l'interesse e la curiosità verso l’arte. Egli trova nel contemplativo atto di riprodurre oggetti, paesaggi industriali, personaggi di fantasia uno spazio ricreativo divertente o rigenerante tra i molteplici impegni professionali di Agente Assicurativo e non secondariamente quelli familiari di marito e padre.

L’interesse per l’arte nasce fin da piccolo alla tenera età di cinque anni, quando ha avuto la possibilità di vedere “all’opera”, nel suo studio storico di Palazzo Bianchini Riccardi, Otello Fabri. “Una volta vidi Otello Fabri che dipingeva nello studio di fronte al Duomo ed è stata un’esperienza di sottile felicità. Ho ancora l’odore dell’olio nelle narici e la visione estatica delle donne e delle farfalle tra mille variopinte tonalità”.

Grazie agli incarichi di carriera ha iniziato a viaggiare molto intorno ai trent’anni potendo visitare le più grandi esposizioni d’Italia come il Peggy Guggenheim di Venezia. il MAMBO A BOLOGNA ed i Musei del 900 a Milano e Firenze, ammirando opere di artisti, quali:

AFRO BASALDELLA, ALBERTO BURRI, MARIO SIRONI, DE PISIS e soprattutto GIORGIO MORANDI CON LE SUE SURRALI NATURE MORTE.

Tornando a Terni, nel 2017, ha riscoperto ANCHE la prima e la seconda scuola ternana composta da grandi nomi quali MIRIMAO, CIAURRO, CAROTTI, TEOFOLI, E FABRI.

Andrea ci confida:’’ CREDO CHE i vasi simboleggino l’arrestarsi della vita, la natura, anche umana che si blocca, che trattiene il respiro quasi in una contemplazione interiore. Ciascuno di essi, a seconda dei colori, della forma del vaso, della coMPOSIZIONE floreale, interpreta diverse sfumature dell’animo umano, sanguigno, flemmatico, razionale, schivo, folle ECC ECC  I quadri con le ciminiere rappresentano la virtù, cioè il lavoro, la costruzione ed il perfezionamento dell’uomo, l’evoluzione generazionale per certi aspetti… a volte l’eccessiva attività è salvifica, altre è brutalmente infernale, i colori sono rigorosamente mischiati e stesi quasi sempre con la spatola, perché il tratto è nervoso e teso a scaricare le tensioni, le pulsioni più basse, il desiderio di rivoluzione e cambiamento”.

Quello che Andrea tiene a sottolineare, è che il suo avvicinamento all’arte, è dato da una GRANDE passione e la pittura, quindi intesa come “puro atto creativo, liberatorio”, può aiutare ad esprimerE UN RINNOVAMENTO.

LA pittura è evasione dalla realtà, LA PITTURA è ONIRICA in un contesto presente dove si CERCA DI CAPIRE se stessi, il sè.

Nel sè che riconosciamo ci sentiamo vivi, è proprio li che respiriamo e che abbiamo tanto da dire anche senza dire nulla. Nessuna parola, ma soltanto la voglia di buttare su una tela, con qualsiasi materiale, il proprio stato d’animo, che sia rabbia, gioia o dolore, ma che comunque esprimere quello che la persona sente in quel momento, e cosa quindi meglio del dipingere aiuta in questo?

Andrea vuole essere considerato, non un pittore, anche se comunque, le sue opere, sono ben fissate come immagini e ben strutturate nelle proporzioni, un comune cittadino ternano che consiglia a tutti, anche a chi, come lui, si occupa di tutt’altro nella vita, di fermare un’idea su un pezzo di carta. In questo momento cosi particolare, che ci costringe a restare chiusi in casa, provare a trasporre le proprie emozioni su un qualsivoglia materiale, purchè si disegni, ci si liberi la mente, e perché no, trovare e provare a divertirsi tirando fuori le proprie sensazioni. Libertà assoluta della “mano/mente”, ad “essere per esserci”.

 

                                

 

             

 

                    

                                       

 

 

Orneore Metelli - Processione al Duomo di Terni

La scena devozionale è questa volta contenuta in quella sorta di “abbraccio” architettonicamente “berniniano”, rappresentato dal Duomo di Terni, in un luogo destinato già, in tempi ancora pagani, ad accogliere i riti simbolici e i pensieri interiori degli uomini. Contro un cielo di perla si staglia, “semplice” nel suo profilo, “maestosa” nel suo “senso”, una croce. Questa volta la processione esce, composta e solenne, dalla prima delle tre porte del Duomo. Aprono il corteo le suore, allineate nell’abito grigio dell’ordine, seguite dal Crocifisso, in precario equilibrio, rivolto alla folla che si accalca sulla piazza, quasi in un’esortazione silenziosa alla preghiera. Seguono i chierici preceduti dallo stendardo della Madonna raffigurata con il capo circondato da un’importante aureola che ne accentua la Santità e vari “ordini” riconoscibili per la diversità degli abiti, separati gli uni dagli altri dalle effigi di altrettanti Santi che “ricordano” il loro esempio di vita alla devozione popolare. Alcune colonnine, collegate da catenelle, separano la processione dal popolo in attesa di unirsi al corteo, ma ancora fisicamente e spiritualmente estraneo all’avvenimento religioso; un popolo che indossa “il vestito buono” perché si riconosce nell’importanza dell’evento, ma che pare trovarsi nel foyer di un teatro prima dello spettacolo. […] I carabinieri questa volta sovrastano la folla, “dalla cintola in su”, come il Farinata di Dante. Sotto la Croce, in alto, quasi un occhio sulla scena, c’è una finestra ad arco ribassato, l’unica spalancata, al centro della quale s’intuisce una figuretta che in posizione privilegiata, abbraccia con lo sguardo la folla riunita […] (Da "O. Metelli. Il racconto della città com'era", a cura di Paolo Cicchini e Maurella Eleonori, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, Terni 2014).

Valentina Binci (una di noi)

"Salve a tutti, sono una bibliotecaria pittrice. Pittrice sì, ma non ho studiato all'Accademia: ho fatto tutt'altro, come pure mio padre, dal quale ho ereditato la passione.

Ho cominciato disegnando fumetti per gli amici, poi ho provato con l'illustrazione editoriale, la decorazione e altre amenità. Alla fine ho deciso che era meglio trovarmi un lavoro che mi piacesse e mi desse la possibilità di dipingere soltanto quello che volevo io.

Qualcuno mi avrà visto qua e là, da Cavour art, che purtroppo non c'è più, alle mostre collettive in città e a San Gemini. Negli ultimi anni sono stata anche a Palazzo Primavera per San Valentino arte. Io però nel frattempo ho anche espatriato: ho esposto con degli amici in Germania e in Norvegia. Poi, nel 2018 ho partecipato a 48 Stunden Neukolln, un festival di arte contemporanea che coinvolge un intero quartiere di Berlino. Tutti possono chiedere di partecipare, e due anni fa è toccato a me, che venivo da fuori e non conoscevo nessuno. Ho incontrato tanti artisti interessanti e persone gentili che mi hanno aiutato con l'organizzazione (e la pioggia!). Il luogo della mostra era uno splendido giardino, con diverse strutture per sistemare i quadri. Eravamo in tre a dividerci lo spazio: io, un'artista che faceva dei lavori con le lanterne di carta e un gruppo di musicisti. I padroni di casa hanno organizzato una merenda, un barbecue per il sabato sera e la visione di gruppo della partita della nazionale di calcio della Germania ai mondiali (che per loro, come per noi, sono finiti malissimo!) Unico neo: il clima. Nel giorno dell'inaugurazione siamo stati sommersi dalla pioggia, poi è stato così freddo che ho dovuto comprarmi un cappotto... Con mio fratello, che mi accompagnava, abbiamo avvolto tutti i quadri nel cellofan. Purtroppo però alcuni disegni sono andati distrutti. Ma lo rifarei mille volte! Dimenticavo: tutto gratis!

Da quest'avventura ho imparato che 1) sempre provare; non sia mai che si riesca; 2) non è mai troppo tardi. Inoltre, visto che quest'anno è andata male, aggiungerei 3) non si può vincere sempre.
Come convivono la bibliotecaria e la pittrice? Semplice: si aiutano. La bibliotecaria tiene la pittrice con i piedi per terra e la fa stare "nel mondo"; da parte sua, la pittrice fornisce sempre nuovi stimoli e a volte fa incursioni in biblioteca (qualcuno ricorda il manifesto per la maratona di lettura per il centenario della Grande Guerra?)

Consigli di lettura: le lettere di Vincent van Gogh al fratello Theo, ma anche le "Lettere di un selvaggio" di Paul Gauguin; il Rosa Tiepolo di Roberto Calasso, e Arte al femminile, come punto di partenza. Ci sono poi innumerevoli storie dell'arte, biografie, manuali, tutti presenti nella nostra biblioteca.
Saluto dicendo che ho in cantiere un progetto cosmico - staremo a vedere! Ci vediamo in bct!".

 

     

 

 

Paolo Liberati

Nato a Terni il 1° Giugno 1957, vive e lavora a Terni e Roma. Nel 1982 dopo aver ottenuto i diplomi all’Istituto d’Arte di Terni, Scuola di Design di Roma e all’Accademia di Belle Arti di Roma con Toti Scialoja e Alberto Boatto, aderisce alle teorie dello storico del Teatro d’Avanguardia Giuseppe Bartolucci per un teatro d’arte e di poesia, realizzando 20 opere teatrali e numerose performance in importanti rassegne e festival nazionali ed internazionali. Parallelamente è all’opera come pittore dal 1973.

Esamina di due opere

 

    

Otello Fabri

(Terni 1916-2001)
 

Esponente di spicco del panorama pittorico umbro, Otello Fabri è stato "un artista coerente e onesto che, rifuggendo facili sirene del postmoderno o delle avanguardie col fiato grosso ha continuato ad essere se stesso, senza tradirsi, artista-artigiano e artigiano-artista, ricco di un suo mondo visivo, visibile, visionario".

Scopri di più su Otello Fabri, Pittore, incisore

 

Raffaello Sanzio (1483 - 1520)

“Finì il corso della sua vita il giorno medesimo che nacque, che fu il venerdì santo d’anni 37, l’anima del quale è da credere che come di sue virtù ha abbellito il mondo, così abbia di sé medesima adorno il cielo. Gli misero alla morte al capo nella sala, ove lavorava, la tavola della Trasfigurazione […] la quale opera nel vedere il corpo morto e quella viva, faceva scoppiare l’anima di dolore a ogni uno che quivi guardava. […] Fu data al corpo suo quella onorata sepoltura che tanto nobile spirito aveva meritato, perché non fu nessuno artefice che dolendosi non piagnesse et insieme alla sepoltura non l’accompagnasse.”

Così Giorgio Vasari descrive la morte di #Raffaello Sanzio, scomparso a soli 37 anni a Roma il 6 aprile 1520, esattamente 500 anni fa.  
Raffaello mosse i primi passi nella nostra regione al seguito di Pietro Perugino. 

Scopri di più nel sito www.raffaelloinumbria.it , 

guarda  il web doc realizzato da RAI Cultura: https://www.raicultura.it/webdoc/raffaello/#welcome 

https://www.raiplay.it /video/2020/04/raffaello-il-genio-sensibile-52979cda-2794-409d-b1a5-2ecc159b0b92.html

 

 

 

I miti

Il mito è una storia, un racconto tramandato oralmente e poi scritto,  che fa parte della tradizione e della cultura di un popolo.

La parola “mito” deriva dal greco “mytos” che significa, appunto “parola, racconto”, solitamente narra in maniera comprensibile ciò che viene creduto, istituito o officiato. E’ una spiegazione di un fenomeno naturale, sociale o liturgico, attraverso la narrazione di gesta compiute da dei, eroi, mostri, umani o dalla natura.

Il valore simbolico del mito è universalmente riconosciuto, sia per spiegare le origini di dei, di popolazioni, di istituzioni o di attività, ma anche per spiegare fenomeni o circostanze non spiegabili razionalmente.

Si tratta di attività simboliche espressive, intuizioni estetiche con funzione rappresentativa e immaginaria della realtà.

 

Per approfondire l'argomento: http://www.treccani.it/enciclopedia/mito/

 

Il ratto d’Europa

Il mito d’Europa affonda le sue radici nella Teogonia di Esiodo e nell’Iliade di Omero. Nella Teogonia, Europa è una delle divinità marine, figlia di Teti, mentre nell'Iliade è una delle tante conquiste di Zeus.

Ma è in Ovidio che troviamo il mito narrato con più dovizia di particolari e a cui si sono ispirati per secoli gli artisti di tutto il mondo occidentale. Nel II libro delle Metamorfosi ai vv. 832 – 875 Europa, la bella figlia del re fenicio Agenore, è in riva al mare a giocare con le sue ancelle; Zeus, invaghitosi di lei, fa spostare la mandria del re, che pascolava poco distante, proprio nelle vicinanze della giovane ed egli stesso si trasforma e prende le sembianze di un bel toro bianco e mansueto. Il toro si corica ai piedi di Europa, tanto che la giovane, fidandosi della mansuetudine dell’animale intesse delle ghirlande di fiori e per gioco gliele mette sulle corna e quindi gli sale in groppa, al che il toro si solleva rapidamente e la rapisce, attraversa il mare fino all’isola di Creta, dove ha intenzione di consumare le nozze.

I miti, non del tutto concordanti, vedono Zeus che per possederla si trasforma in aquila e dalla loro unione nascono Minosse e Radamante (in alcune versione anche Sarpedonte e Carno).

Riprese le sembianze divine, Zeus lascia Europa, la quale sposerà successivamente Asterione, re cretese, che crescerà i suoi figli.

I fratelli di Europa, su volere del padre, nel frattempo cercano per tutto il Mediterraneo la sorella rapita e, una volta raggiunti i vari lidi, li governano: Fenix diviene il capo della Fenicia; Cadmo fonda la città di Tebe e Celix diviene re della Cilicia.

La parola ”Europa” probabilmente significa “grande occhio”, identificava l’ampia estensione del territorio a nord-ovest della Grecia non ancora conosciuta; la ricerca dei fratelli di Europa potrebbe alludere ai grandi scambi marittimi del Mediterraneo e ai relativi insediamenti sulle coste da parte dei Fenici.

 

Alcuni esempi di rappresentazioni artistiche del ratto d'Europa

Selinunte metopa tempio, IV sec. a. C. museo archeologico Salinas di Palermo              2       3 

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Testi sull'argomento

         

 

       

 

CAOS - Centro arti opificio siri

 

-Alla scoperta del Museo Aurelio De Felice-

 

La naissance du jour

 

 

Raymond Queneau parlò di 'miroglifici' a proposito dell'arte di Joan Miró: i suoi quadri sono come una lingua da imparare a leggere.

In “La naissance du jour” c’è uno sguardo all’origine delle le cose e di noi stessi, la visione del mondo prima che si dia una forma.

 

La lecture

 

 

Fernand Léger: “Il bello è dappertutto”.

Per l’artista, figlio di un contadino della Normandia, il bello brilla nelle città, nella velocità di una società che cambia, nell’uomo ordinario, nelle cose del quotidiano e anche in un momento dedicato alla lettura.

 

L'ecuyere

 

 

Marc Chagall e la grande suggestione del circo: i personaggi, gli animali, gli oggetti si staccano dalla realtà, compiono acrobazie spericolate. Il circo, come il trampolino perfetto per il mondo immaginato da Marc Chagall.

 

Per saperne di più CAOS - Centro arti opificio siri (Pagina Facebook)

tour virtuali e collezioni on line. 10 musei da visitare stando a casa

 

Pinacoteca di Brera - Milano https://pinacotecabrera.org/

Galleria degli Uffizi - Firenze https://www.uffizi.it/mostre-virtuali

Musei Vaticani - Roma http://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/catalogo-online.html

Museo Archeologico - Atene https://www.namuseum.gr/en/collections/

Prado - Madrid https://www.museodelprado.es/en/the-collection/art-works

Louvre - Parigi https://www.louvre.fr/en/visites-en-ligne

British Museum - Londra https://www.britishmuseum.org/collection

Metropolitan Museum - New York https://artsandculture.google.com/explore

Hermitage - San Pietroburgo https://www.hermitagemuseum.org/wps/portal/hermitage/?lng=it

National Gallery of art - Washington https://www.nga.gov/index.html