Camilla Lackberg, la diva del giallo nordico
Il gioco della notte (Einaudi, 2021)
Camilla Lackberg è in libreria con il suo ultimo libro Il gioco della notte, da tre settimane nella classifica dei dieci libri più venduti in Italia.
L’autrice svedese non ha bisogno di essere presentata. La sua è letteratura di genere e non pretende di essere qualcos’altro. Ha venduto ventotto milioni di copie dei suoi romanzi a partire dai primi anni 2000 fino ad oggi, cavalcando l’ultima “ondata” del giallo Svezia, una denominazione che comprende anche altri paesi del Nord Europa - sulla scia prima di Henning Mankell, poi di Stieg Larsson- e che è diventata un brand della casa editrice Marsilio con la storica collana Le farfalle.
Che cosa cercano i nostri lettori in questo tipo di gialli? Sicuramente l’esotico degli scenari maestosi e idilliaci che fanno da sfondo ai crimini più efferati, ma anche le storie di famiglie, apparentemente così perfette eppure così disfunzionali, da farci dimenticare per un attimo i guai di casa nostra. I gialli psicologici del grande Nord, sempre più cinici ed esasperati col passare degli anni, hanno messo a nudo la fragilità degli uomini, rappresentando con i loro serial Killer le incarnazioni più contemporanee del male, tra cui la violenza sulle donne, con un linguaggio piano e popolare, diretto e comprensibile a tutti.
Rispetto agli altri, Camilla Lackberg ha però avuto da sempre una marcia in più. E’, per sua stessa ammissione, “capace di vendere la neve agli eschimesi” dando prova di essere una vera regina del marketing, il suo vero lavoro “prima essere licenziata per un’acquisizione aziendale insieme a centinaia di colleghi” (dall’intervista di Giuliano Aluffi sul Venerdì di Repubblica del 9 aprile 2021).
Ha costruito il suo successo sfruttando i canali del social web, il passaparola dei blogger, lanciando campagne di promozione (anche via mail) basate sull’idea dell’esperienza di lettura (dei suoi libri) come un qualcosa di irripetibile. Applica tuttora, in maniera “costruttiva”, le strategie di marketing anche all’interno del suo menage familiare: “Ho allenato tre mariti a rispondermi ‘Tutto quello che scrivi è meraviglioso, Camilla’” racconta divertita a Giuliano Aluffi). Tutto questo mentre l’ambiente letterario svedese, e non solo, continua a storcere il naso. Inutilmente, bisogna riconoscere, viste le dimensioni del suo successo editoriale.
L’ultimo suo libro, pubblicato in Italia in prima edizione mondiale, è un racconto di cento pagine che parla di “giovani ricchi, belli, viziati” che sotto la maschera “perbene” nascondono una ferocia e una voglia di vendetta inaspettate. In una lussuosa villa di famiglia in Svezia, la vigilia di capodanno, immersi in un profluvio di cibi esotici e di alcool, mentre i genitori si divertono allo stesso modo nelle stanze accanto, si fanno giochi (e relative penitenze!) solo apparentemente innocenti che sono solo un pretesto per rivelare il loro volto più oscuro.
Al di là di una trama molto scarna, gli effetti speciali sono garantiti. Si avverte una lontana eco dello sfortunato film di Marco Risi, L’ultimo capodanno e del racconto di Niccolò Ammaniti, anch’esso davvero poco gaio, da cui era stato tratto.
I libri di Camilla Lackberg in bct
PM