C'era una volta un virus… e c’è ancora

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Rossella Panarese intervista lo scrittore Paolo Giordano e l’epidemiologo Pierluigi Lopalco

A causa della pandemia è cambiato il rapporto degli italiani con la scienza e gli scienziati? E come è cambiata la comunicazione scientifica? Nei talk show la contrapposizione ‘funziona’ e passano informazioni frammentarie e contraddittorie, anche prive di basi scientifiche. Dalla fase di paura generalizzata si è ora entrati in una dimensione di negazione e rimozione molto pericolosa. Ma la minore preoccupazione va coniugata con una estrema cautela proprio in questo momento, senza buttare alle ortiche tutti i comportamenti di distanziamento e igiene che hanno consentito di ridurre la velocità del contagio. Oggi il virus è endemico, ha raggiunto un equilibrio nella popolazione, ma circola a bassa intensità, per questo bisognerebbe accettare il fatto che non è possibile tornare a fare tutto quello che si faceva prima con le stesse modalità. Siamo obbligati a comportamenti individuali e collettivi prudenti e soprattutto a trasformare i luoghi dove si abita, si studia, si lavora, si viene curati, si passa il tempo libero. Un monito ci viene in questi giorni dalla Germania dei mattatoi Tonnies, nei quali lavoratori provenienti da 87 diversi paesi del mondo lavorano fuori legge in scandalose condizioni di sfruttamento e sovraffollamento che hanno causato il contagio di migliaia di persone.

Rossella Panarese intervista a radio 3 scienza lo scrittore Paolo Giordano e l’epidemiologo Pierluigi Lopalco:

https://www.raiplayradio.it/audio/2020/06/RADIO3-SCIENZA---Caposera-una-volta-un-virus-5d6ad7a6-fa8f-45ed-82f4-8b7f60612379.html

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