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(Intelligenza artificiale, di Francesca Rossi, Laterza, 2024)

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Francesca Rossi nel saggio ‘Intelligenza artificiale(Laterza, 2024) parla in modo chiaro, anche ai non addetti, e riflette sul fatto che l’IA è una realtà della nostra società attuale che assumerà sempre maggiore importanza.
Non credo sia saggio o utile focalizzarsi su una posizione estrema – un’ IA che risolve tutti i problemi o che, al contrario, distrugge l’umanità. […] Come spesso dico, l’IA non viene da Marte, non è una specie aliena che, per qualche meccanismo che noi non possiamo controllare, può diventare più intelligente di noi (a pagina 184 del libro).
Sono diversi i quesiti che l’autrice pone: cosa significa dire che l'intelligenza artificiale deve essere etica e responsabile? E chi deve occuparsi di valutarlo? Esiste un terreno comune fra le visioni europee, americane e cinesi o si andrà a uno scontro, commerciale, tecnico e normativo? E come si colloca l'AI Act alla luce degli ultimi cambiamenti geopolitici? Mentre continuiamo a essere sommersi da un vorticoso ciclo di annunci e di hype sull'intelligenza artificiale social network, app, e-commerce, piattaforme streaming di brani musicali, video, film e serie tv: l’intelligenza artificiale fa già parte delle nostre vite. Non da ieri, ma almeno da qualche decennio. Le tecniche più recenti – la cosiddetta IA generativa di cui ChatGPT è un esempio –, che oltre a interpretare contenuti ne sanno creare di nuovi, hanno però segnato una svolta, aprendo scenari imprevisti. Ma di cosa si tratta esattamente? E quali rischi e opportunità si profilano all’orizzonte? (in quarta di copertina).
Qual è il suo influsso sul processo educativo? Se è vero che l’IA, quando non è usata nel modo giusto, può avere un impatto negativo sul percorso formativo degli studenti, è anche innegabile che essa ha potenzialità per supportare percorsi di apprendimento personalizzati in grado di accelerare e migliorare la formazione e i risultati degli studenti (a pagina 129 del libro).
L'autore inoltre fa una riflessione sulla scelta dei corsi di studio verso questa disciplina. Si chiede quanto sia condizionata dalle differenze sessuali. Esistono? Naturalmente. La percentuale è più alta sia tra studenti che tra gli insegnanti per il genere maschile. Nella mia esperienza di docente universitaria (dal 1992 al 1998 all’Università di Pisa, e poi dal 1998 al 2015 all’Università di Padova), ho tenuto vari insegnamenti nel corso di laurea in informatica. Le ragazze erano una piccola minoranza, ma erano bravissime, sfatando così il mito che queste discipline siano adatte solo ai ragazzi. Purtroppo anche tra i docenti la situazione era poco bilanciata (a pagina 132 del libro).
La pubblicazione fa parte delle raccolte ‘Scienza e tecnica’ della biblioteca, è collocata: LAB A 171
Il libro, arricchito dai contributi di scienziati autorevoli tra cui il Nobel Daniel Kahneman, fa luce sui cambiamenti che ha già prodotto l’IA, sui suoi limiti attuali e le sue promesse per il futuro. 
Un punto di vista indispensabile per comprendere la rivoluzione tecnologica in corso. Ciò che non dobbiamo dimenticare lo leggiamo a pagina 47 del libro:  l’IA è frutto dell’intelligenza umana. 
È importante ricordarcelo, per capire cosa noi umani siamo in grado di fare, pur con i nostri limiti. 
L’IA non esisterebbe senza le nostre abilità creative e innovative.

MRC