Javier Marías: il piacere della scrittura

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Morto a settant'anni Javier Marías, uno dei più importanti autori contemporanei spagnoli. 'Tomàs Nevinson' è il suo ultimo romanzo (Einaudi, 2022)

Javier Marías: il piacere della scrittura

Javier Marías, uno dei più grandi scrittori spagnoli, ci ha lasciato l’11 settembre a Madrid, a settant’anni. Più di quaranta le traduzioni dei suoi libri, milioni le copie vendute in tutto il mondo. In Italia aveva ottenuto grandi riconoscimenti (l’ultimo, in ordine di tempo, questa estate, il Premio von Rezzori) ed era seguito da un pubblico di affezionati lettori. Più volte si era parlato di lui per il premio Nobel (vedi intervista di Claudio Magris a Javier Marías su RaiCultura).
Francesco Piccolo lo ricorda così sulle pagine de La Repubblica, partendo da una frase tratta da Tutte le anime (Einaudi, 2002): “Crediamo di poter raccontare le nostre vita in maniera più o meno ragionata e precisa, e quando cominciamo ci rendiamo conto che sono affollate di zone d’ombra, di episodi non spiegati e forse inesplicabili, di scelte non compiute, di opportunità mancate, di elementi che ignoriamo perché riguardano gli altri, di cui è ancora più arduo sapere tutto o sapere qualcosa”.
Sono i grandi scrittori come Javier Marías quelli che cercano di indagare, di fare rivelazioni in queste zone d’ombra, esattamente quelle che “tutti gli altri esseri umani cercano di ignorare, di occultare a se stessi e agli altri”.
Di lui rimarranno una ventina di romanzi di grande successo, i titoli tratti da Shakespeare, gli incipit strepitosi - quasi un marchio di fabbrica - insieme alla “capacità di scandagliare le relazioni d’amore e l’insofferenza narrativa per le vite che procedono serene”, come disse lui stesso in un’intervista. 
Tomàs Nevinson è il suo ultimo romanzo, pubblicato da Einaudi all’inizio del 2022. E’ incentrato su “un dilemma morale: la legittimità di uccidere per ‘evitare un male peggiore’, la possibilità che alcuni crimini siano meno crimini degli altri tenendo presente chi li commette, contro chi e il motivo per cui vengono commessi”, così lo racconta Paolo Lepri sulle pagine de La lettura, l’inserto del Corriere della Sera che lo aveva consacrato come “autore di qualità” dell’anno 2018. Fa parte  di una specie  di “ciclo delle spie”, essendo i protagonisti invischiati in vicende che sembrano spy stories perché, diceva Javier Marías, “gli infiltrati hanno qualche affinità con i romanzieri”. Era stato preannunciato dall’autore come un libro conclusivo della sua carriera. Nessuno dei suoi lettori gli aveva creduto.

Javier Marías (1951-2022), figlio del filosofo spagnolo Julian Marías, dopo l’infanzia negli Usa, è stato traduttore e docente di Letteratura spagnola e teoria della traduzione ad Oxford e ancora negli Stati Uniti. In Italia i suoi libri sono pubblicati da Einaudi: ha esordito giovanissimo nel 1971 ma il suo primo successo è stato L’uomo sentimentale (1986; tradotto in Italia nel 2000 con cui vinse il Premio Ennio Flaiano), seguito da un altro grande romanzo, Un cuore così bianco, nel 1992.  Altre opere molto conosciute in Italia sono Domani nella battaglia pensa a meBerta Isla di cui il nuovo romanzo è una sorta di sequel. Tomàs Nevinson è in arrivo in bct, sala Leggerissimo.

PM