La divina

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Marlene, di Alfred Polgar (Adelphi, 2023)

La divina

È la divina, inarrivabile ‘Marlene’ che risalta sulla copertina della biografia uscita per la casa editrice Adelphi nel 2023. La fotografia dell’artista William Walling, diventata una icona, corrisponde esattamente al ritratto biografico fatto da Alfred Polgar. Tutto nel libro parla di lei, sin dal colore della pubblicazione che s’ispira al film più famoso della Dietrich: ‘L’ angelo azzurro’. Già dalle sue prime apparizioni, quando non era che una ballerina di fila in un musical tra tanti, si formò intorno a Marlene un circolo di adoratori, presieduto dall’illustre linguista e psicoanalista A. J. Storfer, e lo stesso Polgar fu tra i soci. Dal teatro di rivista al cinema, il passo fu breve, fino a giungere all’incontro della triste-sexy Lola de ‘L’angelo azzurro’ con il regista Josef von Sternberg. 
Il tono della biografia di Polgar è di adorazione assoluta, muta ammirazione, sedotto dall’irresistibile sensualità di Marlene - totalmente divina, totalmente perfetta -. Incoronata grande diva di Hollywood tra gli anni ‘20 e ‘30, la biografia ripercorre l’itinerario dell’attrice e cantante tedesca dagli esordi fino al film ‘L’infernale’. ‘Marlene: il ritratto di una dea’ aiuta a ricostruire l’inizio e buona parte della vita artistica di Marlene Dietrich, dal 1927 al 1978, quando appare sullo schermo per l’ultima volta in ‘Gigolò’ di David Hemmings a fianco di David Bowie. Il profilo disegnato da Polgar ammalia ancora i lettori che, a distanza di anni, condividono le sue parole. La bellezza e la bravura della futura interprete di Lili Marlene si mostrano agli occhi del lettore contemporaneo, che non può far altro che seguire, oltre le parole, lo sguardo di Polgar, e finire per comprendere la veridicità delle parole. Per lei, Marlene, il lavoro cinematografico è un vampiro insaziabile che succhia spirito e sangue e nervi delle sue vittime, ma del quale esse sono perdutamente innamorate (a pagina 53 del libro). 
Una breve storia editoriale narra che la biografia scritta da Alfred Polgar (1873–1955) fu trovata fortuitamente quasi trent’anni dopo la sua morte e data alle stampe per la prima volta nel 2015. 
A dare una immagine meno patinata ma coerente della personalità della Dietrich ci pensa Ulrich Weinzierl con il saggio: ‘Ma innamorato di lei, lo ero… Alfred Polgar e Marlere Dietrich’ (dalla pagina 63 del libro). È lui che scopre e pubblica il manoscritto custodito dalla vedova dello stesso Polgar in una vecchia valigia ereditata dal figlio. Il libro biografico della Dietrich fu scritto da Polgar tra il 1937 e il 1938. Weinzierl contestualizza la biografia e il rapporto tra i due e aggiunge aspetti interessanti, seducenti, trasgressivi sulla Marlene donna. Dal saggio di Polgar non esce mai una cattiveria sull’attrice, ma solo elogi. Marlene Dietrich è stata una delle prime dive dell’epoca contemporanea. Un carattere complesso, spigoloso e in cerca di attenzioni che fu però il motore di una donna essenzialmente diversa dalla sue coeve. Una donna forte e piena di talento che seppe creare una tendenza androgino-chic e soprattutto essere uno spirito libero. Atea e bisessuale, fu una donna complessa e difficile. Celebri i suoi ritratti con la sigaretta in mano, che per quegli anni erano espressione di emancipazione femminile. 
Se vuoi appassionarti e approfondire la vita dell’attrice tedesca di nascita, americana di adozione, leggi il libro pubblicato da  Adelphi, lo trovi in sala Cinefonoteca alla collocazione DIV 791.43.DIE.POL.1
Pur conoscendo i lati d’ombra di Marlene, non possiamo che godere della grandezza della sua personalità epocale quale ci appare nella luce dei riflettori, e ripeterci le parole entusiastiche di Ernest Hemingway del 1952: “ Anche se non avesse altro che la voce, basterebbe questa a spezzarvi il cuore. Ma in più ha quel corpo splendido e la bellezza senza età del viso (a pagina 98 del libro). 
MRC