Leggere, scrivere, disobbedire
Stefano Benni (1947-2025)
Se n’è andato dopo una lunga malattia uno scrittore, un poeta e un giornalista tra i più amati dai lettori. Stefano Benni ha trascorso la giovinezza a Bologna negli anni Sessanta e Settanta, un periodo di grande vitalità culturale, in cui strinse amicizia con Pazienza, Guccini, Roversi con i quali condivise il sogno di un ribaltamento della visione del mondo.
Era cresciuto coltivando i miti di Edgar A. Poe, Carlo Emilio Gadda, Eliot, Beckett e Kubrick. Tra le donne, Morante e Flannery O’Connor.
L’intervista di Antonio Gnoli apparsa su la La Repubblica del 13 agosto 2017 traccia uno dei più bei ritratti di Benni: una strana alchimia di tratti solari e insieme malinconici, di satira e di sdegno che si riversavano nella sua scrittura, “uno di quei sognatori di biliardo persi dietro geometrie impossibili”.
Lo scrittore era in effetti un uomo spiritoso, divertente, che sapeva far satira raccontando tuttavia cose serissime. Aveva ben chiaro il confine del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto, ma amava esprimerlo a modo suo, anche attraverso pagine esilaranti, riuscendo a fare “politica” nel senso più nobile del termine, senza “gravità d’accenti”.
E’ stato profetico parlando di frane, di clima impazzito, di incendi distruttivi quando la coscienza ambientale era affare di pochi che apparivano degli esseri un tantino esagerati. Lui sapeva di non esserlo. La casa della sua infanzia era stata distrutta in seguito alla costruzione dell’Autostrada del Sole e questo lo aveva portato a cominciare “subito a fare i conti con la catastrofe ambientale e la speculazione”. Dalle ferite era nata la sua ribellione.
Un altro grande ritratto di Stefano Benni è quello tracciato da Grazia Cherchi, indimenticabile critica letteraria, “una che non poteva fare a meno, come alimento quotidiano, della letteratura contemporanea”. Lo intervistò per “Panorama” nel 1989. “Stefano Benni è uno dei pochi nostri scrittori e intellettuali irriducibili: difficile trovare, qui da noi, un “non riconciliato” della sua classe, anche umana… Dato che è anche straordinariamente divertente, a tratti esilarante, … ovviamente la nostra critica letteraria lo snobba”.
Da non perdere, in quarta di copertina, la poesia dedicata da Benni a Grazia Cherchi:
“Grazia ha telefonato:
‘Finalmente mi hai mandato
un vero romanzo
asciutto e stringato’.
Grazia, da mesi di dirtelo tento,
era la lettera di accompagnamento”
Il testo integrale dell’intervista si può leggere in un libro prezioso intitolato “Scompartimento per lettori e taciturni”, di Grazia Cherchi, uscito per Minimum Fax nel 2017
Tante le letture che si possono fare in bct. I libri, ma anche gli audiolibri da lui letti, i saggi, le interviste sono nel nostro catalogo on line; in sala Leggerissimo trovate un'esposizione dei testi di Stefano Benni presenti in bct.
Il titolo Leggere, scrivere, disobbedire è tratto dal libro omonimo di Stefano Benni pubblicato da Minimum fax nel 1999
PFM