Luisa Adorno (1921-2021): tra lessico familiare e ironia

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A pochi giorni dal suo centesimo compleanno, ci ha lasciati una grande scrittrice

Luisa Adorno (1921-2021): tra lessico familiare e ironia

Luisa Adorno ci ha lasciati il 12 luglio, a pochi giorni dal suo centesimo compleanno. Era nata a Pisa ma si era trasferita a Roma negli ultimi anni della guerra partecipando alla lotta di liberazione e, infine, dopo il matrimonio, aveva abitato in Sicilia. 
E’ stata una grande scrittrice che merita di essere riscoperta. La prima ad accorgersene fu Elvira Sellerio che nel 1983 pubblicò L’ultima provincia (che era uscito con Rizzoli nel 1962) e poi tutti gli altri suoi libri, nella storica collana La memoria: Arco di luminara, Sebben che siamo donne, Le dorate stanze, Foglia d’acero, Come a un ballo in maschera, Tutti qui con me.  L’editrice si innamorò subito delle storie familiari raccontate da Luisa Adorno, specie quelle ambientate in Sicilia, dell’uso che aveva fatto del dialetto, del suo stile pieno di ironia da far pensare “a certe pagine di Brancati”. 
Essere nato a Prefetto in quello spazio di tempo incredibilmente breve in cui, non valendo più le raccomandazioni fasciste, non esistevano ancora quelle del nuovo governo, ha influito in tutta la carriera di Vincenzo Adorno. La sua origine apolitica, lungi dal dargli credito, ha suscitato la diffidenza di ogni nuovo ministro. Sue furono le sedi più distrutte, le più disagiate, quelle in cui gli strascichi della guerra crepitavano di notte fra i magazzini del porto. In nessuna resistè più di qualche mese. Memore dell’antico obbedire, il Prefetto Adorno partiva ogni volta per la nuova sede in silenzio, deciso a chiedere il trasferimento”. Questo è un assaggio de L’ultima provincia  che non è un libro dedicato all’apparato della prefettura, ma è un gustoso ritratto degli uomini che in quell’istituzione erano incardinati, con tutti i loro pregi e i loro difetti, le manie e le debolezze, visti attraverso gli occhi scanzonati di una giovane toscana trapiantata in Sicilia. 
Proprio per evitare che suo suocero e sua suocera, prefetto e prefettessa in Sicilia subito dopo lo sbarco degli alleati, potessero essere riconosciuti nei protagonisti del suo romanzo L’ultima provincia, l’autrice, che si chiamava all’anagrafe Mila Curradi Stella, aveva scelto lo pseudonimo di Luisa Adorno.  Fu subito scoperta ma con questo nome pubblicò tutti i suoi romanzi e si fece conoscere e amare da tanti lettori.

PM