Alberto Arbasino

Leggerissimeletture

Quando la chiacchiera si fa arte

Alberto Arbasino

Il 22 marzo ci ha lasciati Alberto Arbasino, autore di romanzi e saggi: L’anonimo italiano,  La bella di Lodi, Le piccole vacanze e tanti altri, “una produzione ricca, eccentrica, svagata, lievemente cinica” (Daniele Santero). Tutta la produzione narrativa è stata raccolta in due volumi pubblicati da Mondadori nella collana I meridiani.
Un libro lo tenne impegnato per trent’anni, Fratelli d’Italia (Adelphi): variazioni sulla cultura del nostro occidente, forse il suo capolavoro.  Piacevole lettura anche quella di Ritratti italiani (Adelphi), dalla A di Gianni Agnelli alla Z di Federico Zeri. Sono conversazioni, ritratti, dialoghi con illustri personaggi, alcuni contemporanei, tra cui Fellini, Calvino, Moravia, altri “care e bizzarre memorie” come Puccini, D’Annunzio e la concittadina vogherese Carolina Invernizio. Con lui la “chiacchiera” davanti a un camino acceso, “lieta, volubile, sfacciata, qualche volta arrogante” (Pietro Citati) divenne arte e lingua letteraria.
“Tutti fuori dal coro un momentino, Contessa. Mezzo minutino di pazienza, siamo in diretta, poi tutti liberi, dopo aver firmato la liberatoria. Ahò, dico ahò, la trasgressione, qua in passerella. Gli addetti, tutti ai lavori. Le provocazioni vanno in differita. Ora, un momento di! Uno spazio di!... A che cult gradireste che mi convertissi, guarda che luna cool, stasera” (da La vita bassa, di Alberto Arbasino, Adelphi, 2008, p.113).


Così lo ha ricordato Giuseppe Lupo nelle pagine del Sole 24 ore:
https://www.ilsole24ore.com/art/alberto-arbasino-ultimo-gran-lombardo-ADlLOIF

Leggi anche il ricordo affettuoso di Pietro Citati (Con Arbasino oltre la frontiera di Chiasso) sulle pagine del quotidiano La Repubblica, 26 marzo 2020, p. 33

PM