Ragazza, di Edna O’Brien (Einaudi)

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“Se la letteratura ha un dovere è predisporre alla libertà” (Edna O’Brien)

Ragazza, di Edna O’Brien (Einaudi)

È notizia di oggi, 2 marzo 2020,  che 317 studentesse nigeriane, rapite dal gruppo terroristico di Boko Haram il 17 febbraio scorso, sono state liberate. Purtroppo, l’esito di questi rapimenti non è sempre favorevole.  Anche nel 2014  le ragazze rapite furono quasi trecento e metà di loro è ancora nelle mani dei fanatici. I sequestri e le violenze sono parte di un piano strategico di islamizzazione che nasce da lontano e all’interno del quale si gioca una partita fondamentale attraverso le donne che vengono rapite (non a caso nelle scuole) per fare la guerra, essere indottrinate, lavorare come schiave.  
Il romanzo Ragazza dell’irlandese Edna O’Brien, una delle più grandi narratrici di lingua inglese viventi, pubblicato alla fine del 2020 da Einaudi, con traduzione di Giovanna Granato,  racconta la storia di una  “sposa della foresta”, così vengono chiamate in Africa le giovani rapite. E’ un libro doloroso, straziante in alcune pagine, ma è anche un vero inno alla libertà delle donne. 
Edna O’Brien, che ha esordito nel 1960 con Ragazze di campagna e ha al suo attivo ben venticinque romanzi, ha scritto Ragazza dopo un lungo viaggio in Nigeria dopo aver raccolto decine di testimonianze di giovani rapite e riuscite a fuggire in tanti quaderni scritti a mano.   
“Se prima ero ragazza, ora non più”, comincia così, con il passaggio doloroso all’età adulta - “una frattura dell’innocenza, una corsa solitaria dentro un mondo violento” (Nadia Terranova) -  questo romanzo scritto dall’autrice alle soglie dei suoi lucidissimi novant’anni. 
Nella remota regione della Nigeria nordorientale la giovane Maryam è in fuga. Non sa da quanto tempo sta scappando. È riuscita a liberarsi dai terroristi che l’hanno portata via mentre era a scuola, insieme a un gruppo di altre ragazze, e l’hanno tenuta prigioniera per un tempo che non sa più misurare.  Ha conosciuto l’orrore e la brutalità, è stata schiava e concubina, ha avuto una figlia, in seguito a  queste violenze. Sente di non avere un futuro perché teme di non essere più accolta nella sua famiglia di origine insieme alla sua bambina. La violenza che la società  continua a infliggere alle vittime, l’odio negli occhi di chi giudica sono gli estremi affronti subiti da Maryam, quando pensa di essersi salvata. 
Dopo aver contribuito a liberare le ragazze e le donne irlandesi negli anni Sessanta (molti suoi libri furono proibiti perché accusati di essere “una macchia sulla femminilità irlandese”), Edna O’Brien allarga la sua prospettiva alle barbarie di tutto il mondo.  
“’Ragazza’ e ‘Tante piccole sedie rosse’ vanno oltre le frontiere della mia vita di prima. Oltre al concetto di liberazione, tirerei in causa la necessità di avere consapevolezza rispetto a ciò che accade nel mondo. Per liberare ed essere coscienti spesso bisogna essere letterariamente spietati . […].
Raccontare la storia di tante donne attraverso la voce di una di loro (Maryam) avrebbe, forse, coinvolto più intimamente i miei lettori… L’effetto non doveva essere moralizzante, ma disturbante ed edificante. E per farlo c’era sempre l’aiuto dei grandi: i tre libri che rilessi all’epoca furono Cuore di tenebra di Conrad, Aspettando i barbari, di Coetzee e L’ombra del Sud di Kapuscinski”
(La Lettura, 13 settembre 2020).

Gli altri libri di Edna O’Brien 
Edna O’Brien, dopo l’esordio con Ragazze di campagna (1960), ha scritto con gli stessi personaggi La ragazza con gli occhi verdi e Ragazze nella felicità coniugale
Tra le altre opere: La luce della sera e Lungo il fiume (Elliot), Un cuore fanaticoUno splendido isolamento, (Feltrinelli). 
Einaudi ha pubblicato: Oggetto d’amore, un’antologia dei suoi migliori racconti,Tante piccole sedie rosse, Un feroce dicembre, tutti tradotti da Giovanna Granato.
Una bella intervista a Giovanna Granato nel blog di Giuditta Casale Giuditta legge

PM