Per ricordare Sergej Dovlatov

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Il malinconico spacciatore di libri proibiti

Per ricordare Sergej Dovlatov

Allo scrittore russo Sergej Dovlatov (1941-1990), uno dei più grandi rappresentanti dell’umorismo letterario novecentesco, è dedicato il film Dovlatov. I libri invisibili del regista Alexey German Jr., uscito il 4 novembre nelle sale italiane, premiato con l’Orso d’argento a Berlino nel 2018. Sergej Dovlatov viene seguito per sei giorni nella Leningrado del 1971, sette anni prima che fuggisse negli Stati Uniti dove sarebbero stati pubblicati tutti i suoi libri. Lo scrittore appare in coppia con l’amico poeta Brodskij, un altro “gigante” della letteratura russa anche lui emigrato negli USA.
E’ un inverno duro quello del 1971 – la Russia è in piena epoca brezneviana - e uno scrittore geniale di trent’anni come Dovlatov è costretto a nascondersi e a spacciare libri proibiti nei giardini di Leningrado. Paradossalmente, l’unica nota positiva è quella di fingersi un agente e terrorizzare il pusher che gli propone Nabokov!  
A Leningrado “bisogna sopravvivere a un sacco di cose. Alla stagnazione della società sovietica e alla depressione imperante. Ai rifiuti degli editori e al conformismo dei redattori capo, perché Dovlatov per campare collabora, violentandosi, a tristi riviste di regime” (Fabio Ferzetti, L’Espresso, 7 novembre 2021),
Il film riesce a rendere perfettamente l’atmosfera dei racconti di Dovlatov: un misto di “condanna e nostalgia, orrore e rimpianto, ferocia ed elegia o, quanto meno ironia” sul palcoscenico della vecchia URSS, forse il “più adatto ad esprimere l’assurdo dell’esistenza” […] “I suoi romanzi e i suoi racconti sono infatti ritenuti la migliore testimonianza letteraria dell’Homo sovieticus d’epoca poststaliniana, quando cioè alla cupa tragedia del totalitarismo si andava sostituendo l’assurdo comico di una società in irreversibile consunzione” (dalla copertina de Il giornale invisibile, 2009).

“Sergej Dovlatov, nato da una famiglia di gente di spettacolo, dopo una giovinezza anarcoide si dedicò al giornalismo, lavorando senza fortuna per giornali di provincia dai quali veniva regolarmente licenziato per indisciplina. Nel 1978 emigrò negli USA dove iniziò a pubblicare racconti e romanzi, prevalentemente a sfondo autobiografico, ‘commedie autobiografiche’ pervase di un umorismo instancabile e vicino alla tradizione dell’umorismo russo” (dalla copertina di Regime speciale, Sellerio, 2002).
Di Dovlatov la casa editrice Sellerio ha pubblicato Straniera (1991, 1999), La valigia (1999), Compromesso (1996), Noialtri (2000), Regime speciale (2002), Il parco di Puskin (2004), La marcia dei solitari (2006), Il libro invisibile (2007), Il giornale invisibile (2009), La filiale (2010), Taccuini (2016).
In bct è possibile leggere: Il giornale invisibile; La marcia dei solitari; Regime speciale.

PM