Riscoprire Vincenzo Consolo

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21 gennaio 2012. Dieci anni fa moriva "uno di quegli scrittori di cui abbiamo più bisogno"

Riscoprire Vincenzo Consolo

Era nato nel 1930 in Sicilia lo scrittore e giornalista Vincenzo Consolo, autore di romanzi, racconti e saggi che hanno ottenuto i maggiori riconoscimenti: con Nottetempo, casa per casa, aveva vinto  il Premio Strega nel 1992, con Retablo il premio Grinzane Cavour, con Lo spasimo di Palermo, il premio Brancati.
Pur essendo stato uno degli scrittori più importanti della sua generazione, a dieci anni dalla morte, il suo nome è meno ricordato di altri grandi autori siciliani del ‘900.
Molto vicino ad Elio Vittorini e al poeta Lucio Piccolo, il riferimento più importante della sua carriera di scrittore fu Leonardo Sciascia, con cui condivise la tensione illuministica e la forte carica di denuncia morale.
Per ricordarlo è stata organizzato un intero mese di eventi (Mese Consolo 21 gennaio-18 febbraio 2022) dalla Sicilia a Milano, la sua città di adozione, su iniziativa della Fondazione Mondadori (FAAM) e dell’associazione Amici di Vincenzo Consolo. Cuore del progetto, il 21 gennaio, la serata su Rai Radio Tre tutta dedicata allo scrittore. 
 

Le testimonianze 
Giulio Ferroni 
Tutta l’opera di Consolo è come un lungo viaggio: viaggio tra luoghi amati, in cui riconosce le proprie ragioni di vita, ma che vive soprattutto da lontano, ritrovandoli e perpetuamente perdendoli: scrittore di una geografia che risale fino agli spazi mitici dell’Odissea, trovandosi di fronte al tradimento attuale di ogni memoria, alla violenza mafiosa e al degrado ambientale. […] Consolo è in effetti uno di quegli scrittori di cui abbiamo più bisogno, quelli che sanno percepire la vita dei luoghi, che ne sentono il respiro, il valore minacciato che spesso ancora custodiscono, e così ci invitano a pensare a condizioni diverse da quelle in cui sono stati ridotti […]. Occorrerebbe ascoltare di più la sua voce… che ci dice l’urgenza di capire davvero dove stiamo andando”. (L’Espresso 9 gennaio 2022).
Severino Cesari
Ardevano per tutte le contrade i fuochi di vigilia, all’Eremo, al Rogato, al Sant’Uffizio, sulle creste, per le valli e fino alle porte del paese. Erano segni, luci, conche, cuori svampanti che s’aprono in faville” (Il sorriso dell’ignoto marinaio, Einaudi, 1076) […] un passaggio che voglio condividere da uno dei romanzi italiani decisivi della seconda metà del Novecento, Il sorriso dell’ignoto marinaio - e fortunato chi ancora non lo conosce perché può precipitarsi a cercarlo – questa bellezza è l’Italia, non la miseria sconcertante della cronaca politica di certi giorni da dimenticare, questa bellezza siamo tutti noi, ancora e ora” (Con molta cura, Einaudi, 2021).
 

Cosa leggere di Vincenzo Consolo in bct:
Il corteo di DionisoNottetempo, casa per casa (premio Strega 1992), Retablo (Premio Grinzane Cavour), Il sorriso dell’ignoto marinaio, Lo spasimo di Palermo (Premio Brancati).

PM