Roberto Calasso

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Una vita segnata dai libri

Roberto Calasso

Il 29 luglio Roberto Calasso, scrittore, saggista, editore ha “chiuso perfettamente il ciclo della sua esistenza” (Adriano Ercolani) pubblicando due libri di memorie il giorno stesso della sua morte.
“Mi piace interpretarlo come una coincidenza astrale, quasi una ricongiunzione misteriosa, tra una vita vera e una vita di carta, scrive Antonio Gnoli, nel bellissimo articolo scritto in occasione della morte di Roberto Calasso sulle pagine di Repubblica. Calasso aveva ideato “una piccola e straordinaria trilogia”  quando già sentiva che il suo tempo stava per finire: “il libro sul cinema, quello sull’infanzia (Memè Scianca), gli anni fiorentini e infine il bellissimo omaggio a Bobi Bazlen (Bobi), una figura imprenscindibile per la nascita di Adelphi”.
Un’altra coincidenza aveva accompagnato, tanti anni prima, la nascita della sua straordinaria casa editrice, e fu questa la sua “origine giusta”: “fu il giorno preciso in cui Bazlen [Bobi Bazlen] me ne parlò la prima volta, perché era il giorno del mio ventunesimo compleanno, maggio 1962. Ci trovavamo nella villa di Ernst Bernhard, sul lago di Bracciano. Il nome Adelphi non c’era ancora. Bazlen mi disse che stava per nascere la casa editrice dove avremmo potuto vedere pubblicati i libri più importanti per noi. Quelli che ci piacevano” (Roberto Calasso).
Se c’è un tratto che rende profondamente l’essere di Roberto Calasso, editore, scrittore, lettore, questo è  la passione per i libri. Un amore totale e totalizzante che si manifestò “a partire dall’apprendistato nella biblioteca paterna, la frequentazione al Warburg Institute di Londra, l’amicizia con Bobi Bazlen, infine [attraverso] l’avventura editoriale che prese vita nel 1963 con il marchio Adelphi” (Antonio Gnoli).
Insieme a Bobi Bazlen, il grande, misterioso amico triestino (“su cui non poco è stato scritto ma il più rimane da dire e capire”) aveva concepito il sogno di creare una nuova casa editrice aperta alla “letteratura assoluta che non conosce confini”, al di là dei limiti imposti dalla cultura dominante. L’idea e la fisionomia della casa editrice appartengono a Bobi Bazlen – così aveva pubblicamente riconosciuto lo stesso Calasso – il quale aveva da anni accumulato idee e raccolto “foglietti” di appunti (si dice fossero duemila) con i nomi da pubblicare, gli autori da riscoprire. Dopo il fallimento di una prima esperienza legata alla figura di Adriano Olivetti, Bobi aveva individuato in Roberto Calasso l’editore in grado di realizzare il “loro” sogno.
Calasso si dimostrò un editore vero, secondo la tradizione che risale ad Aldo Manuzio. Uno che sceglieva gli autori da pubblicare uno ad uno. Ebbe un fiuto infallibile, anche come imprenditore. Si pensi solo a George Simenon che strappò a Mondadori, a Emmanuel Carrère (di cui trattò il contratto, secondo la leggenda, in uno sgabuzzino), a W. Somerset Maugham che ristampò interamente (“tutti avevano in casa i suoi libri ma nessuno li leggeva più!” ricorda il nipote e editor di Adelphi Matteo Codignola), a Irène Némirovsky e al suo baule di libri ritrovati.
Dopo il contratto di edizione, erano sue anche le scelte della copertina, il colore (si pensi al “rosa Tiepolo” per il suo volume omonimo), lo stesso risvolto. Solo chi accosta sullo scaffale della libreria più libri della casa editrice Adelphi può apprezzare il colpo d’occhio delle sue copertine.
Per un lettore, ma anche per un bibliotecario, scegliere un libro Adelphi è una garanzia assoluta. Mentre stiamo entrando nell’era della disintermediazione totale, del “tutto istantaneo”, la morte di  Calasso rappresenta la fine quasi totale della grande stagione novecentesca dell’amore per il libro ben fatto e di una sapienza umanistica che ha tra le sue componenti essenziali quella bibliografica.  

Di Roberto Calasso editore, oltre ai già citati autori di narrativa, ricordiamo la pubblicazione dell’edizione critica  di Nietzsche (“l’asse portante di Adelphi”), Le porte regali, la Lettera a un religioso di Simone Weil, Gli imperdonabili di Cristina Campo, i libri di Guido Ceronetti, la tesi di laurea di Carlo Michelstaedter, Pinocchio, un libro parallelo, di Giorgio Manganelli, i saggi di Robert Darnton, le opere di Benedetta Craveri.

Roberto Calasso è stato anche traduttore, narratore e saggista. A partire da La rovina di Kash (1983) ha pubblicato Le nozze di Cadmo e Armonia, Il libro di tutti i libri, La folie Baudelaire, Come ordinare una biblioteca.

Come immagine per il nostro contributo abbiamo scelto il ritratto di Roberto Calasso eseguito da Tullio Pericoli.