San Francesco

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raccontato da Alessandro Barbero

San Francesco

Alla vigilia degli ottocento anni della morte di Francesco d’Assisi (nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 1226) il santo viene raccontato da scrittori, giornalisti, storici, poeti attraverso incontri, festival, pubblicazioni di libri.  “Un’ottima occasione per riascoltarlo di nuovo”, ha detto il vescovo di Bologna Matteo Zuppi.

Alessandro Barbero (San Francesco, Laterza, 2025) ci porta dentro la storia del santo che tutti siamo sicuri di conoscere. Lo fa con il rigore dello storico (il libro ha un ricco apparato di note e appendici), senza dimenticare il gusto del narratore che abbiamo imparato a conoscere nella sua vasta produzione.  

Scorrendo le pagine, scritte con un linguaggio piano e comprensibile anche ai non addetti ai lavori, si scopre che la memoria legata a Francesco è plurima e variegata, piena di contraddizioni, di affermazioni seguite da vere e proprie “ripuliture”. Ogni epoca ha scelto il suo modo di ricordarlo, ora ponendo l’accento su una peculiarità, ora su un’altra, a seconda dello spirito del tempo. 
Non è un caso che il libro di Barbero si apra con il capitolo “San Francesco e Mussolini” emblematico del tentativo avvenuto giusto un secolo fa, nel 1926, di accostare la figura del santo a quella di Benito Mussolini di cui si diceva “trascinava le folle, e le riduceva all’obbedienza”… e giovanissimo, aveva conosciuto “in Svizzera le fatiche del lavoro manuale” … allo stesso modo in cui “Francesco aveva riparato con le sue mani la chiesetta di S. Damiano”.  

Ogni capitolo è dedicato alla figura di Francesco così come emerge dalle varie fonti, a cominciare da quella che possiamo definire la sua autobiografia ricostruibile attraverso i suoi scritti: i biglietti da lui lasciati, redatti con “una grafia faticosa ed elementare, in un latino sgrammaticato”, le Regole (la Regula non Bullata e quella Bullata), ma soprattutto il Testamento, il documento autografo che più di ogni altro ci restituisce l’immagine attraverso la quale Francesco desiderava fosse ricordato. 

Le testimonianze di Tommaso da Celano, quella di Frate Leone, di Bonaventura da Bagnoregio, di santa Chiara d’Assisi, quelle contenute nelle varie Leggende e Compilazioni, persino le immagini lasciate dai pittori, a cominciare da Giotto, ci danno conto di una vera e propria “battaglia postuma per la memoria” combattuta attorno alla figura di Francesco nel corso dei secoli. Se c’era chi accettava la trasformazione in una “multinazionale”, altri ne esaltavano  l’umiltà e la povertà facendone una bandiera della trasformazione spirituale della Chiesa.
Il pregio del libro di Barbero è “mostrare in quale intricato gioco di specchi deformanti si sia modificata e frazionata subito dopo la sua morte, l’immagine di quel san Francesco” riuscendo a restituire, nonostante tutto, l’eccezionale grandezza e la straordinarietà di quest’uomo. 

Segnaliamo altri testi sul Santo: il recentissimo Francesco : il primo italiano di Aldo Cazzullo, Vivere il Cantico delle creature di Guidalberto Bormolini e Davide Rondoni (presidente del Comitato Nazionale per i festeggiamenti dell’ottavo centenario della morte di San Francesco) e Storia di Chiara e Francesco di Chiara Frugoni, un testo che ha avuto e continua ad avere il favore dei lettori.

PFM